mercoledì 26 aprile 2017

Riflessione su Non Una di Meno

Lotto Marzo era solo l'inizio, come abbiamo detto in molte, infatti i lavori agli otto tavoli di Non Una di Mebo sono continuati in molte città italiane, fino all'Assemblea di Roma, del 22-23 aprile, che ha funzionato da momento di verifica dei lavori.
Il sito di NUDM ha pubblicato le registrazioni dell''incontro nel sito: https://nonunadimeno.wordpress.com/.,https://nonunadimeno.wordpress.com/.,
le ho ascoltate e mi sono trovata d'accordo con le analisi e le iniziative condotte a partire da questo autunno, da quando ho conosciuto il Movimento. D'accordo con i contenuti espressi nelle varie assemblee tenute in prospettiva di Lotto Marzo, al quale ho partecipato con entusiasmo, e nell'Assemblea di Roma. Importante per me è continuare il confronto, verbale e operativo, in tutte le sedi italiane e estere.
L'unico punto che mi rendo conto sia difficile da toccare in momenti necessariamente sintetici come questi, ma ineludibile, è il discorso tratta/prostituzione, con l'inevitabile corollario della GpA.
Non che nei vari tavoli non si accenni al discorso dello sfruttamento dei corpi, specie delle donne, ma non solo, ma non si tocca il problema nelle sue sfaccettature particolari.
Non si potrà evitare ancora, a lungo, perché tratta e prostituzione sono sì due cose distinte, ma accomunate nell'ordine patriarcale fondato scambio sullo sessuo-economico tra donne e uomini. Scambio che fu oggetto di riflessione a partire dagli anni Settanta (mogli/prostitute due ruoli della stessa medaglia).
Negli ultimi 50 anni le trasformazioni sociali e le lotte per l'emancipazione  hanno permesso a molte donne di una parte del mondo di sottrarsi in parte a questo scambio, ma hanno aggravato le condizioni di altre donne, non solo in molte regioni del pianeta, ma nelle nostre stesse società; la questione si è aggravata con l'instaurarsi della fase neoliberista, che ha messo a profitto corpi, emozioni e sentimenti di tutti, donne e uomini, ribadendo la funzione riproduttiva delle donne - biologica, sociale, psicologica, sessuale...-come fonte primaria di sostentamento per loro, ma presentandola non più come destino sociale, ma come opportunità di autodeterminazione, e quindi scelta autonoma.
Il discorso tira in ballo una miriade di situazioni che costituiscono un groviglio asfissiante per molte di noi.
Ho detto che il tema diventa sempre più ineludibile, perché diventa arma impugnata da detrattori, e molte detrattrici vecchie e nuove del movimento femminista, che accusano le partecipanti a NUDM di aver "tradito" il vero femminismo, considerato unico  -ma chi ha stabilito quale sia -, di essersi "vendute" -a chi? al sistema, agli uomini, al potere?- ricorrendo a giudizi sommari e neofondamentalisti che fanno molta presa e aumentano la confusione già alta sotto il cielo. 
Queste accuse sono rivolte principalmente alle femministe di vecchia data, mentre le giovani sono considerate tutt'al più inconsapevoli e confuse. 
Fin qui niente di nuovo, una sorta di comune modo di sentire, riflettere e operare tra le neo-femministe, come si chiamarono le donne dei primi anni Settanta per distinguersi dalle partecipanti all' UDI, CIF e commissioni femminili dei partiti di allora,  durò veramente lo spazio di un mattino, da subito si delinearono analisi e teorizzazioni diverse, anche se poi ci si trovava riunite nella pratica delle manifestazioni pubbliche.
Una prima grossa divisione si manifestò tra chi cominciò la pratica dell'autocoscienza, dal 1972..., e chi la rifiutò, poi dal 1974, tra chi pose l'accento sul tema del doppio lavoro delle donne: domestico-familiare e lavoro fuori casa, e chi privilegiò nelle analisi le relazioni tra donne e donne e uomini le complicità interiorizzate  con l'ordine patriarcale. 
La dimensione comune a tutti i filoni del femminismo di allora restava il rifiuto di logiche di emancipazione, nel senso di integrazione nel sistema culturale-sociale-politico dato, per migliorarlo, renderlo più equo, quello che col tempo si sarebbe chiamato femminismo delle pari-opportunità, femminismo istituzionale.
I vari femminismi procedettero con i loro tempi e modi, magari ignorandosi l'un l'altro.
Nacquero Riviste, Centri, Biblioteche, Librerie, Case delle donne, dove si continuarono riflessioni e elaborazioni, in genere trascurate dai mezzi di comunicazione di massa, che si affrettavano a dichiarare ripetutamente che il femminismo era morto, ma non si registrò il livello di accuse e livore che si registra oggi nei confronti di NUDM.
Penso che un nodo fondamentale sia proprio riprendere il discorso dello scambio sessuo-economico tra donne e uomini oggi, calandolo nella vita concreta di donne e uomini, senza slittamenti su astrazioni d carattere etico-morali; il sistema con la globalizzazione di merci, beni e servizi, con le guerre scatenate per motivi economici, con la miseria imposta a vaste zone del paese a vantaggio di uno sviluppo e un arricchimento degli e delle abitanti di una piccola parte del pianeta, ha reso evidente quello che tempo era accuratamente nascosto dai mezzi di informazione.
In questo quadro vanno ripresi oltre  a questo discorso anche altri temi di drammatica attualità: il discorso dei diritti, che è impugnato come clava nei confronti di chi mette in discussione un sistema improntato a un'etica individualistica e egoistica, il discorso delle libertà, giocato come libertà  di accumulare privilegi a discapito delle condizioni di vita di  masse di persone e di animali  e a discapito delle risorse comuni del pianeta.
Non sono discorsi nuovi, si trovano in molte elaborazioni di donne del recente passato e dell'oggi, ma a volte fanno fatica a emergere dal frastuono dal quale siamo circondate; diverse possono essere le strade che intendiamo percorrere, un confronto  efficace non è mai privo di contrasti, mi sembra che nello spazio di NUDM sia possibile portarlo avanti.
Spero di non illudermi.


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